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Questi gli proponeva e gli parlava del Batteriox una nuova droga che stava prendendo molto il mercato e della non ancora si conosceva le conseguenze. Si conosceva già un certo numero di casi di dipendenza ma non di evoluzione dell’uso, per ora si sapeva che la dose veniva presa solo una volta al mese e che rimaneva attiva in tutto questo periodo. A differenza delle normali molecole attive questo Batteriox era un battere vero e proprio che somministrato formava una colonia nel corpo ospite localizzata nei gangli encefalici e produceva un ininterrotto stato di benessere.

Altro non si sapeva con precisione. Le autorità cercavano di evitare che giungesse un carico al porto ma senza creare allarme e nessuno avrebbe giurato che sarebbero intervenuti una volta giunto. Per questo era richiesto a Niuv di recarsi la sera seguente al porto. Doveva semplicemente  scortare il carico in arrivo di Batteriox dalla nave al furgone, lo scaricamento insomma, l’affare era fatto, un lavoro semplice… Non era deciso che lui andasse ma non poteva fare di testa sua doveva restare disponibile ma lui aveva una premonizione. La faccenda non doveva essere cosi semplice, era tutto troppo nuovo per non essere un danno, un pericolo, una mietitura. Niuv era ritornato nello scantinato e osservava la testa aperta di Huin quell’encefalo esposto all’aria e al freddo che si era ingrandito su un collo ormai esile e bianco su un corpo rimpicciolito e cadente negli indumenti; notò che i solchi dell’encefalo era diventati evidenti e premevano sui bordi delle ossa che stentavano a contenere, notò un peduncolo che gli cadeva da un lato come hanno certe volte le piante d’edera.

A Niuv era chiaro che quel lunare non avrebbe più parlato, ne camminato ma non era in nessuna morte, era ancora convinto di avere mal di testa, che suo padre non se ne fosse andata, che la ragazza che aveva amato tanto era morta in un incidente stradale, solo non aveva più realmente contatto con il mondo, non mangiava più nulla, non era in contatto con nulla della realtà. Niuv sfiorò il peduncolo che gli cadeva con delle terminazioni a Y dalla fronte aperta, ne ebbe una sensazione forte, come se una parte di se, di Niuv, si fosse distaccata e fosse stata portata via. Niuv prese da un angolo un oggetto per pestare quella “mano” un filamento di fibre, ma avvicinandolo si accorse che la “mano” gli si era aggrappata con eccitazione al suo oggetto contundente.

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Era un libro se ne accorse solo ora che il peduncolo reggeva a mezz’aria, lo muoveva un poco lo girava leggermente. La mente di Huin stava leggendo e la cosa rendeva Niuv divertito e si convinse che stesse leggendo, leggendo facendo volteggiare come un attrezzo ginnico o quasi il libro: “Assassinio sull'Oriente Express”. Niuv voleva portagli altri libri non avendone altri a disposizione uscì andando in un negozio di carte nautiche e geografiche. Raccolto diversi tomi e mappe tornò da Huin che era ancora mutata velocemente in un ampiala zona “mentale”. il suo cervello si era ingigantito a scapito del corpo atrofico,  era cresciuto sceso lungo la fronte assunto un aspetto più chiaro il peduncolo rivelandosi un evoluto e nuovo orano di senso.

Ci fu una danza per via che le cartine e i testi intorno alle quali il peduncolo curioso fin avido armeggiava, ciò che Niuv aveva acquistato erano il cibo richiesto da Huin ma non v’era modo di comunicare, capiva almeno se i gusti letterari non erano soddisfatti a pieno. Quella testa stracolma di neuroni, pensava Huin doveva comunicare e non solo mangiare, rabbia, provare ad ucciderlo ancora … gettarlo ormai minuscolo “osso scuro”nel tombino… preso da furore gli arrotolò il peduncolo intorno alla testa e gli schiacciò l’acquario vuoto in testa, gli chiuse la testa dentro una scatola-acquario, diete un colpo all’acquaio con la testa di Huin, e questa si staccò e cadde da un lato mentre il corpo si raccolse come un mucchio di stracci come un gatto nero.

Se ne voleva andare, mise quello che restava del corpo di Huin in un sacchetto, spostata la sedia da parte ci appoggiò l’acquario e se ne andò. Lo stimolo è energia e possibilità di realtà.  A casa dormì e si svegliò con il desiderio di sapere cosa era successo mentre sulle labbra voglia di una vodka e di mordere. Avrebbe accettato di partecipare all’arrivo del carico di Batteriox ma non era lui dentro di sé a scegliere e lo sapeva, amaramente. Dietro ai palazzi scendeva la sera il sole dentro qualche nostalgica finestra si spegneva e qualcosa avrebbe dovuto dire far sapere che era la fine, arrivava al porto la nave della fine. Voleva qualcosa di più potente oltre alla vodka prese una busta di cannabis e stette ad allucinare il tempo, caduco. Si recò all’appuntamento, le macchine luci rosse nel parcheggio, senza vergogna, senza pietà si distribuirono le armi, Niuv aveva una mitraglietta senza nessun pudore a tracollo. Forse, un dubbio avrebbero dovuto averlo: se era vero che non si conoscevano ancora gli effetti a lungo periodo della droga Batteriox. Se la colonia di microbi avesse potuto popolare stabilmente un corpo umano allora si trattava di una nuova forma di vita, trasmissibile e non chiaro se significasse la fine dell’Homo Sapiens e la nascita dell’Homo Sapiens Batteriox. La semplice coesistenza di uomini e esseri monocellulari, gli sembrava una paradossale guerra, una vera guerra universale, e mitraglietta in pugno, sorrideva vinto. Niuv era arrivato al porto e si era disposto intorno al container che il braccio meccanico illuminato stava scaricando sul camion. La mitraglietta puntata nel buio, ma nessun’ombra sarebbe uscita mimetica del buio a ferirlo ma era buio non ci si poteva sparare, si poteva scaricare erano arrivati i “permessi” dall’alto, e tra l’altro sarebbero bastati due cecchini per chiudere a quel futuro la porta. Era fatta, alla vita! O quello che ne rimaneva. Nella mano di Niuv c’era una busta di Batterio, avrebbe dovuto incominciare a drogarsi? Che risposta ci potrebbe essere. “Hai paura di morire?” chiese Neuv a se stesso. Con la busta in mano, davanti ad una testa conficcata in un acquario. Lì era tornato dopo che la missione era passata liscia, quasi anonima.

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Non rispose ma prese tra le dita la busta di Batterio e sentì che ormai era troppo tardi, la paura della morte non c’era più dopo che aveva visto morire e ucciso, ma non si sarebbe aspettato l’inferno fin a quel momento. Avrebbe potuto pentirsi, ma non aveva paura, anche se non poteva più pentirsi, poteva esserci un’altra possibilità, cartina dell’universo dove andare.  Una tempesta di cui lui non aveva mai  neppure avuto un’idea si era scatenata e la stessa rappresentazione della vita era andata in frantumi rossi tizzoni e cenere.  Guardando Huin o quello che era diventato, la cantina ancora in ombra per la maggior parte, pensò di avere già vissuto quel momento, dopo aver preso la dose di Batteriox stette ad aspettare che l’effetto lo devastasse. Si sentì piacevolmente soddisfatto, contento per tutto  quanto, senza nessuna preoccupazione che il batterio si unisse stabilmente nelle cellule nervose, tra i dendriti, che finisse per costituire un’intelligenza a sé; non era preoccupato da questi dubbi, non sapeva che farsene dei dubbi era soddisfatto che nella stanza facesse freddo, che il sole potesse non sorgere,  e che anche se gli fosse stata tagliato una mano e la avesse gettata nel cassonetto dell’immondizia lui sarebbe stato del tutto immune al dolore.

Era senza nessuna capacità di provare dolore, una forma di gratificazione o un modo di vedere il mondo come incomprensibile e inutile. Lui poteva ancora pensare il suo pensiero, ricordare ancora i suoi ricordi, come macchina che lavora a vuoto o auto che viaggia senza passeggeri, cose la mente se non la casa dell’esperienza… Anche se non con le cariche emotive che avrebbero dovuto accompagnare capiva ancora che in quel pasticcio lui se avesse potuto non ci sarebbe finito e che quello che vedeva ora, quel futuro lontano che si rivelava senza particolari solo come un fatto che giungeva grazie all’intuizione gli dava solo un freddo assoluto. Guardava la testa di Huin che era cresciuta ancora nell’acquario riempiendo il ogni parte e formando una struttura rettangolare completa esternamente di vetro tranne il lato inferiore aperto e in ombra d’una mente. Si alzò e prese un lungo cavo da computer lo collocò nel vano del PC e con ansia mal contenuto lo infilò nell’acquario, nella testa. Accese in computer si aspettava qualche comunicazione riguardo al mal di testa, alla nostalgia di casa e al desiderio di tornare sulla Luna ma invece accadde qualcosa di diverso; il piano per un furto. Sembra a prima vista sul PC a Niuv non un mondo reale che non è fatto di grafici e istogrammi, di curve che si alzavano e abbassavano, arrivano a picchi e si appiattivano, le cose erano con una forma, una sostanza, al più cascate di puntini sullo schermo ma si rendeva conto sotto l’effetto del Batteriox che qui si realizzava e manifestava l’anonima potenza nascosta. La reale forma del denaro, non era in Luigi d’oro ma in un anonima potenza matematica. di quel denaro con cui lui pagava il caffè e che credeva essere fatto di un locale di una macchina per fare l’espresso, questa realtà non esista era oggettiva invece solo un’equazione economica e matematica che aveva in pugno nel PC grazie al Batteriox e alla prodigiosa mente di Huin che aveva lui stesso creato. Niuv sapeva che la rete Internet era diventata difficilmente attaccabile, era ogni livello chiuso in una “cassaforte” ed era blindato dall’esterno, anche se lui e Huin vi erano penetrati. Se avesse preso una quantità di denaro da un punto dello schermo il che equivaleva a svuotare il conto in banca di una banca stessa, di un’azienda di un ricco correntista, questo poteva esse deposto sempre nella “insalatiera” da un'altra parte, ma rintracciabile. Niev conosceva il mondo, dai due lati della medaglia, e non ci teneva a finire punito da qualche agenzia segreta di qualche stato. Lui aveva aperto una cassetta di sicurezza in Svizzera, insalatiera veniva cosi svuotata senza che fosse possibile rintracciare l’operazione, non un depositato che sarebbe stato intercettato negli spostamenti. Questo timore di Neuv doveva sembrare risibile a Huin che agì in modo imprevisto: cancellò completamente un conto corrente con le sue operazione. Una pesante cancellazione di dati nella rete se non vi fosse state delle copie era un modo definitivo di cancellare prove. Ora aveva depositato 32 Kilogrammi di lingotti d’oro e soprattutto aveva cancellato tutti i dati a riguardo, dati di prenotazione, di acquisto e di consegna.

Questo fu l’ultima volta che Huin e Niuv si “parlarono”. Dopo quella notte, Niuv si trasferì in Svizzera ricco e al riparo da qualunque guaio dalla malavita o dalla Legge. Huin o la scatola o l’acquario che fosse era  diventata un testa nera e assunse il colore nero zaffiro, acquistò notevole pesantezza, fu trasportata anch’essa in Svizzera e faceva parte delle cose di Niuv e della sua casa. “Ho potuto avere molte cose dalla vita” si disse Niuv mentre si disfaceva di quel cervello, di Huin, della mente assurda “Grazie a te i segreti che volevo si svelarono, i desideri più difficili mi si sono concessi”. Niuv però non era riuscito ad ottenere la guarigione dalla dipendenza da Batteriox. Non era stato possibile fermare l’avanzata delle cellule ospite che stavano prendendo il posto della sua volontà, come due antagonisti tra il bene e il male e lui veniva alla fine spinto in una direzione come aveva intuito.

LE IMMAGINI E I TESTI RIPORTATI NEL PRESENTE SITO E QUESTO MEDESIMO RACCONTO, SOTTO LO PSEUDONIMO DI AMULTIMEDIARTE SONO DELL’AUTORE MEDESIMO AMULTIMEDIARTE. LE VICENDE QUI RACCONTATE SONO IMMAGINARIE E FANTASTICHE. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALI E’ PURAMENTE CASUALE.

 Domenico Merli

amultimediarte@email.it

 

 

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